Scipione Gonzaga (Mantova, 11 novembre 1542 – San Martino dall’Argine, 11 gennaio 1593) è stato un cardinale e patriarca cattolico italiano.
Era figlio secondogenito di Carlo Gonzaga ed Emilia Cauzzi.
Fu destinato alla carriera ecclesiastica e nel 1550 venne affidato al cardinale Ercole Gonzaga che lo accolse in casa propria. Vestì l’abito ecclesiastico nel 1559 e a Padova prese il dottorato in filosofia e teologia tre anni prima.
Fu principe di Bozzolo dal 1568.
Nel 1585 divenne principe dell’Impero e patriarca di Gerusalemme.
Nel 1587 fu nominato cardinale e governò il Monferrato dal 1590; nello stesso anno scrisse i Commentarî della sua vita in elegante latino.
Uomo di profonda fede religiosa, intrattenne rapporti di amicizia con Carlo Borromeo, il cugino Luigi Gonzaga e Filippo Neri. Fu anche grande amico e protettore di Torquato Tasso, del quale curò l’edizione più corretta della Gerusalemme liberata (1584).
Nel 1563 fondò l’Accademia degli Eterei e fece parte dell’Accademia degli Oziosi. Nel 1565 si recò alla corte di Massimiliano II per dirimere una controversia con Vespasiano Gonzaga sul possesso di Commessaggio.
Morì a San Martino dall’Argine nel 1593 e fu sepolto nella chiesa di San Sebastiano, nella cappella di S. Croce.
Scipione Gonzaga fu anche un dotto letterato ed aveva una fornitissima biblioteca. Fu legato da amicizia a personaggi famosi del tempo, come Torquato Tasso, Battista Guarini, Giovanni Pietro Maffei, Ippolito Capilupi e Jacopo Pergamini.
Genealogia episcopale
- Cardinale Guillaume d’Estouteville, O.S.B. (1440)
- Papa Sisto IV, O.F.M.Conv. (1471)
- Papa Giulio II (1481)
- Cardinale Raffaele Sansone Riario (1504)
- Papa Leone X (1513)
- Papa Clemente VII (1517)
- Cardinale Antonio Sanseverino, O.S.Io.Hieros. (1531)
- Cardinale Giovanni Michele Saraceni (1536)
- Papa Pio V, O.P. (1556)
- Cardinale Iñigo Avalos de Aragón, O.S. (1566)
- Cardinale Scipione Gonzaga (1585)
Stemma
Immagine | Blasonatura | |
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Scipione Gonzaga CardinaleD’argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato; sul tutto, inquartato: nel primo e nel quarto di rosso al leone dalla coda doppia d’argento, armato e lampassato d’oro, coronato e collarinato dello stesso; nel secondo e nel terzo fasciato d’oro e di nero (Gonzaga di Mantova). Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d’oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5. Motto: Potius mori quam fidem fallere |